Zbigniew Boniek: ricordi e rimpianti di un grande del calcio

Un'intervista esclusiva con l'ex calciatore sulla sua esperienza in Italia

Un viaggio nella carriera di Boniek

Zbigniew Boniek, ex calciatore di fama mondiale e attuale vice presidente della UEFA, ha recentemente condiviso i suoi ricordi più preziosi riguardo alla sua carriera calcistica. In un’intervista rilasciata ai microfoni di Andrea Di Caro, Boniek ha parlato della sua esperienza alla Roma, dove ha trascorso tre anni indimenticabili. “Quando sono arrivato a Roma, ho mantenuto una promessa fatta al presidente Viola. È stata un’estate memorabile, e sono diventato il secondo polacco più famoso della Capitale, dopo Papa Wojtyla”, ha dichiarato Boniek.

La stagione indimenticabile alla Roma

Durante il suo periodo con la squadra giallorossa, Boniek ha vissuto momenti di grande intensità e passione. “Furono tre anni bellissimi, anche se vinsi solo una Coppa Italia. Ricordo ancora la famosa gara del 1986 contro il Lecce, dove perdemmo lo scudetto. Partimmo male, ma poi riuscimmo a rimontare la Juventus grazie a un gioco straordinario”, ha raccontato. In quel periodo, Boniek ha condiviso il campo con grandi nomi come Conti, Ancelotti e Graziani, creando un mix di talento e strategia che ha reso la squadra competitiva.

Rimpianti e successi

Nonostante i successi, Boniek ha anche dei rimpianti. “Il grande rimpianto della mia carriera è stato non poter partecipare alla semifinale del Mondiale ’82 contro l’Italia a causa di una squalifica ingiusta”, ha affermato. Inoltre, ha parlato del famoso gol annullato a Turone durante la partita contro la Juventus, sottolineando come ci siano stati episodi che hanno segnato la sua carriera. “Sento sempre parlare di quel gol, ma nessuno menziona il gol regolare annullato contro il Lecce”, ha aggiunto.

Il rapporto con la Juventus

Boniek ha anche discusso del suo rapporto con la Juventus, che nel tempo si è deteriorato. “Per tre anni ho dato tutto alla Juve. Non ho mai parlato male della società o dei tifosi, ma ho contestato l’operato di chi l’ha gestita in certi anni. La decisione di togliere la Stella con il mio nome allo Stadium non dipende da me, ma da Andrea Agnelli”, ha spiegato. La sua carriera è stata segnata da alti e bassi, ma il suo amore per il calcio e per Roma rimane intatto.

Scritto da Redazione

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