Un inizio coraggioso
Stéphanie Frappart ha iniziato la sua carriera di arbitro a soli tredici anni, abbandonando le sue aspirazioni da calciatrice per rimanere nel mondo del calcio che tanto amava. Nonostante le prese in giro da parte dei coetanei, Frappart ha perseverato, dimostrando che la passione e la determinazione possono superare ogni ostacolo. La sua scelta di diventare arbitro è stata una decisione audace, in un contesto dove le donne erano raramente viste in questo ruolo. La sua carriera è stata caratterizzata da sfide, ma anche da straordinarie conquiste.
Il cammino verso il successo
Frappart ha iniziato a dirigere partite nei settori giovanili, affrontando le difficoltà di essere una donna in un ambiente tradizionalmente maschile. Le urla di genitori frustrati e le critiche da parte di chi non credeva nelle sue capacità non l’hanno fermata. Al contrario, ogni ostacolo ha rafforzato la sua determinazione. Nel 2014, ha diretto la sua prima partita di Ligue 2, segnando un importante traguardo nella sua carriera. Da quel momento in poi, ha continuato a ricevere incarichi sempre più prestigiosi, fino a diventare la prima donna a dirigere una partita di Ligue 1.
Un messaggio di cambiamento
Il culmine della carriera di Frappart è arrivato con la sua designazione per la finale del Mondiale femminile nel 2019 e, successivamente, per la Supercoppa Europea nel 2020. Questi eventi non solo hanno rappresentato un trionfo personale, ma anche un messaggio potente per il mondo del calcio e per le donne in generale. Frappart ha dimostrato che le donne possono eccellere in ruoli di leadership, sfidando le norme di genere e aprendo la strada per le future generazioni di arbitri. La sua presenza in campo ha contribuito a normalizzare l’idea di una donna arbitro nel calcio maschile, un passo fondamentale verso l’uguaglianza di genere nello sport.