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Il contesto della riforma
Nel mese di agosto, il ministero della Cultura ha annunciato una revisione significativa delle modalità di finanziamento per il cinema e le serie tv italiane. Questa riforma arriva dopo un lungo periodo di discussioni e proteste nel settore, culminato in un blocco delle attività di erogazione dei fondi statali che ha messo in difficoltà la produzione cinematografica nel nostro paese. Le modifiche proposte mirano a risolvere le problematiche emerse a seguito della legge Franceschini del 2017, che aveva semplificato l’accesso ai fondi pubblici durante i lockdown del 20.
Le nuove categorie di finanziamento
Una delle principali novità introdotte dalla riforma è la suddivisione delle produzioni in due categorie: quelle con budget superiore a 3,5 milioni di euro e quelle con budget inferiore. Per le produzioni di grandi dimensioni, il sistema di finanziamento rimane sostanzialmente invariato, mantenendo criteri oggettivi e bilanciati. Tuttavia, per le produzioni più piccole, le nuove regole rendono più difficile l’accesso ai contributi automatici, spingendo i produttori verso un sistema di finanziamento selettivo, che dipende da commissioni nominate dal governo.
Le implicazioni per il settore audiovisivo
Questa riforma ha suscitato preoccupazioni tra i produttori, che temono un aumento del potere decisionale dello Stato sui finanziamenti per i film più piccoli. In passato, il sistema di finanziamento era caratterizzato da meccanismi “a pioggia” che garantivano un sostegno a tutti, ma la legge Franceschini ha introdotto un sistema più meritocratico. Tuttavia, le nuove regole potrebbero portare a una maggiore discrezionalità nella scelta delle produzioni da finanziare, con il rischio di escludere opere di qualità che non hanno grandi potenzialità commerciali.
Il successo del sistema di finanziamento attuale
Nonostante le preoccupazioni, il sistema di finanziamento attuale ha dimostrato di essere efficace nel promuovere la crescita del settore audiovisivo in Italia. Secondo stime recenti, ogni euro investito nell’audiovisivo genera un ritorno di tre euro e mezzo per lo Stato. Inoltre, la capacità attrattiva dell’Italia ha portato a un aumento delle produzioni internazionali, contribuendo a un indotto significativo per l’economia locale. Serie come White Lotus hanno avuto un impatto positivo sul turismo e sull’immagine del nostro paese nel mondo.