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Un evento di portata mondiale
La FIFA ha ufficializzato l’assegnazione dei Mondiali di calcio 2034 all’Arabia Saudita, un passo significativo per il paese che punta a diventare un attore chiave nel panorama calcistico internazionale. Questo torneo rappresenta non solo un’opportunità per il regno di mostrare il proprio sviluppo, ma anche un’occasione per affrontare le critiche legate ai diritti umani attraverso il cosiddetto ‘sportwashing’. L’Arabia Saudita, infatti, ha già iniziato a investire massicciamente nel calcio, attirando giocatori di fama mondiale e migliorando le infrastrutture sportive.
Infrastrutture e preparativi
Per ospitare un evento di tale portata, il paese ha in programma la costruzione di 15 stadi ultramoderni. Queste strutture non solo serviranno per il torneo, ma sono destinate a rimanere come parte del patrimonio sportivo saudita. La scelta di disputare i Mondiali in inverno, simile a quanto avvenuto in Qatar, è motivata dalle condizioni climatiche estreme dell’estate saudita, che renderebbero difficile la pratica sportiva. Questo approccio potrebbe anche attrarre un pubblico più ampio, desideroso di vivere l’esperienza del calcio in un clima più temperato.
Un legame con la storia del calcio
Oltre all’assegnazione del Mondiale 2034, la FIFA ha annunciato che il torneo del 2030 si svolgerà in Spagna, Portogallo e Marocco, con un coinvolgimento speciale del Sudamerica. Questo legame storico è un omaggio alla prima Coppa del Mondo, tenutasi in Uruguay nel 1930. La prima partita del torneo del 2030 avrà luogo a Montevideo, segnando un centenario che celebra la nascita del calcio moderno. Questo evento tripartito, che coinvolge tre continenti, rappresenta un passo innovativo nella storia del calcio, promuovendo l’unità attraverso lo sport.