L’impatto psicologico di Squid Game: tra trauma e intrattenimento

Come la serie di Netflix riflette le ansie contemporanee e il trauma collettivo

Il fenomeno di Squid Game

Dal suo debutto nel 2021, Squid Game ha catturato l’attenzione globale, non solo per la sua trama avvincente, ma anche per i temi profondi che affronta. La serie, ambientata in un contesto di disuguaglianza economica e sfruttamento, ha saputo rispecchiare le paure e le ansie di un periodo segnato dalla pandemia di Covid-19. La seconda stagione, recentemente rilasciata, continua su questa scia, approfondendo ulteriormente il trauma psicologico dei personaggi e la critica al capitalismo.

Trauma e disuguaglianza

La figura di Gi-hun, interpretata da Lee Jung-Jae, rappresenta il prototipo del vincitore che, invece di gioire per il premio, si ritrova a fare i conti con un passato doloroso. La sua vittoria, descritta come una vittoria di Pirro, lo ha trasformato in un uomo traumatizzato, che vede il denaro guadagnato come denaro sporco. Questo aspetto della trama mette in evidenza come il successo possa portare a un profondo senso di colpa e a una ricerca di giustizia, riflettendo le esperienze di molti individui che, dopo aver affrontato situazioni estreme, si trovano a dover affrontare le conseguenze delle loro azioni.

Critica sociale e manipolazione

La serie non si limita a raccontare la storia di Gi-hun, ma si espande per includere una critica feroce alla società contemporanea. La manipolazione dei concorrenti, che si trovano a dover votare se continuare o meno il gioco, è un chiaro richiamo alle dinamiche politiche attuali. La frase “Rispettiamo il vostro diritto alla libertà di scelta” risuona come un’ironia amara, evidenziando come le scelte siano spesso influenzate da fattori esterni e da una pressione sociale schiacciante. Questo tema di manipolazione è ulteriormente accentuato dalla presenza di personaggi che, come il Front Man, rappresentano l’autoritarismo e il controllo.

Riflessioni sul futuro

La seconda stagione di Squid Game lascia molte domande aperte, invitando gli spettatori a riflettere su temi di solidarietà e umanità. La domanda centrale, “È possibile una vera solidarietà tra esseri umani?”, si sviluppa attraverso le interazioni tra i concorrenti e i personaggi secondari, ma rimane senza risposta. Questo lascia il pubblico in uno stato di frustrazione, ma anche di riflessione profonda su come la società contemporanea affronti il trauma e la disuguaglianza. La serie, pur essendo un’opera di intrattenimento, si erge a specchio delle nostre paure e delle nostre speranze, rendendola un fenomeno culturale di grande rilevanza.

Scritto da Redazione

Lascia un commento

Ripresa del campionato di Super League: il Lugano si prepara per la sfida

La storia di Michele Padovano: un campione tra sport e giustizia