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Il contesto della controversia
La situazione tra Kylian Mbappé e il Paris Saint-Germain (PSG) si fa sempre più complessa. L’attaccante francese ha deciso di rivolgersi alla commissione disciplinare della Lega professionistica di calcio (Lfp) per richiedere il pagamento di bonus e salari che sostiene di non aver ricevuto dal suo ex club. Questa decisione è stata presa dopo che il PSG ha rifiutato di onorare un accordo che prevedeva il pagamento di 55 milioni di euro. L’udienza è fissata per l’11 dicembre, e le aspettative sono alte, considerando l’importanza di questo caso per entrambe le parti.
Le reazioni del PSG e delle autorità calcistiche
Nonostante le ingiunzioni della commissione legale della Lfp, il PSG ha mantenuto una posizione ferma, rifiutando di pagare quanto richiesto da Mbappé. La situazione si complica ulteriormente con il rifiuto della Federcalcio francese (Fff) di accogliere una richiesta presentata dal club dopo la scadenza. I dirigenti del PSG sembrano non essere eccessivamente preoccupati per le conseguenze legali, ritenendo che la Lfp possa solo rivolgersi ai tribunali competenti, come i tribunali del lavoro, per risolvere la questione.
Le origini della controversia
La controversia ha radici profonde, risalendo a un accordo stipulato nell’agosto 2023 tra Mbappé e la dirigenza del PSG. In quel periodo, il giocatore era stato escluso dalla squadra dopo aver rifiutato di prolungare il suo contratto. Questo prolungamento avrebbe garantito al club una tassa di trasferimento, ma Mbappé ha scelto di firmare un trasferimento gratuito con il Real Madrid. Nell’accordo, il calciatore si era impegnato a rinunciare a 55 milioni di bonus se fosse partito gratuitamente a fine stagione. Tuttavia, la validità di questo accordo è ora contestata, con Mbappé che fa riferimento a un presunto “accordo segreto”.