Il contesto delle indagini
Negli ultimi mesi, le indagini sulla criminalità organizzata hanno messo in luce un sistema di infiltrazione mafiosa nei parcheggi dello stadio di San Siro, uno dei luoghi più iconici del calcio italiano. L’imprenditore Gherardo Zaccagni, che gestiva i parcheggi, è stato arrestato nell’ambito di un’operazione che ha rivelato legami con figure di spicco della criminalità organizzata, come Giuseppe Caminiti e Giuseppe Calabrò. Questi individui sono stati descritti come parte integrante di un sistema che sfrutta la popolarità dello stadio per attività illecite.
Le dinamiche criminali
Secondo le motivazioni del Tribunale del Riesame di Milano, Zaccagni ha beneficiato della protezione di Caminiti, un personaggio noto per i suoi legami con la criminalità organizzata. La sua attività nel settore dei parcheggi è iniziata grazie all’intervento di un noto leader degli ultras, il defunto Boiocchi, ucciso nel 2022. Questo contesto ha permesso a Zaccagni di operare in un ambiente dove la criminalità era all’ordine del giorno, e nonostante fosse vittima di estorsione, era consapevole dei vantaggi economici che ne traeva.
Il clima di omertà e paura
Le indagini hanno rivelato un clima di omertà tra i membri della curva interista, con molti testimoni reticenti e un personale della società Inter che non ha presentato denunce. Questo comportamento ha sollevato preoccupazioni tra i giudici, che hanno sottolineato il rischio di minacce ai testimoni. La situazione è ulteriormente complicata dalla necessità di approfondire il livello di infiltrazione della ‘ndrangheta nel mondo delle curve di Inter e Milan, suggerendo che il problema è ben più ampio di quanto inizialmente previsto.