Il rischio infortuni nel calcio moderno: un problema crescente

L'aumento delle partite mette a rischio la salute dei calciatori e la qualità del gioco.

Il rischio infortuni nel calcio moderno: un problema crescente
Negli ultimi anni, il mondo del calcio ha visto un incremento significativo nel numero di competizioni e partite, portando a una situazione preoccupante per la salute dei calciatori. Con l’introduzione di nuovi format come il Mondiale per club allargato e l’aumento delle gare di Champions League, i giocatori si trovano a dover affrontare un calendario sempre più fitto. Questo fenomeno non solo mette a rischio la loro integrità fisica, ma compromette anche la qualità del gioco che i tifosi si aspettano di vedere.

Un aumento esponenziale delle partite

Secondo uno studio condotto dall’Associazione Italiana Calciatori (AIC), i calciatori che disputano tra le 54 e le 55 partite all’anno registrano mediamente 71 giorni di infortunio. Con i nuovi format introdotti, si prevede un incremento di 11 partite a stagione, il che potrebbe tradursi in un aumento di 36 giorni di infortunio per ogni calciatore. Questo significa che i club potrebbero trovarsi a gestire un calciatore infortunato ogni tre giorni, un dato allarmante che mette in discussione la sostenibilità del modello attuale.

Le conseguenze per i club e i calciatori

Il problema degli infortuni non è solo una questione di salute, ma ha anche ripercussioni economiche significative. Gli infortuni “svalutanti”, ovvero quelli che costringono un calciatore a rimanere fuori per oltre 90 giorni, incidono sul valore dell’atleta e sul rendimento della squadra. Nella stagione 2023-24, il 21% degli infortuni in Premier League è stato di questo tipo, un aumento rispetto al 17% dell’anno precedente. In Serie A, le squadre con il maggior numero di partite disputate hanno visto un incremento di due calciatori infortunati per almeno 90 giorni rispetto a quelle che hanno giocato meno.

La salute dei calciatori come priorità

È fondamentale che le istituzioni calcistiche considerino la salute dei calciatori come una priorità. Aumentare l’offerta di partite in televisione non può essere l’unica risposta a un calo di interesse da parte dei tifosi. I dati mostrano chiaramente che un calciatore che disputa più di 55 partite all’anno rischia di essere indisponibile per almeno 70 giorni. Questo non solo influisce sullo spettacolo, ma anche sulla carriera dei giocatori e sul futuro del calcio stesso. La qualità del prodotto venduto deve rimanere alta, e per farlo è necessario garantire che i top player siano messi nelle migliori condizioni per esprimere il loro potenziale.

Scritto da Redazione

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