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Un’opera d’arte che unisce sacro e profano
Nel 2023, oltre sei milioni di persone hanno visitato il murales dedicato a Diego Armando Maradona, realizzato nel 1990 e successivamente restaurato. Questo straordinario numero di visitatori lo colloca al secondo posto tra le attrazioni più visitate in Italia, subito dopo il Colosseo. La popolarità di quest’opera d’arte è un chiaro esempio di come il sacro e il profano possano intrecciarsi, creando un luogo di culto per i tifosi di calcio e per i turisti.
Un simbolo di rinascita per Napoli
Il murales, situato nei Quartieri Spagnoli, è diventato un simbolo di rinascita per Napoli. La sua storia inizia nel 1990, quando l’artista Mario Filardi lo realizzò per celebrare il secondo scudetto del Napoli. Tuttavia, la vera rinascita del murales è avvenuta nel 2016, quando l’artista Salvatore Iodice ha proposto di rinnovarlo, dando nuova vita a un’opera che era già diventata un punto di riferimento per la città. La morte di Maradona nel 2020 ha ulteriormente elevato il murales a un livello quasi sacro, trasformando Largo Emanuele De Deo in un luogo di pellegrinaggio per i fan.
Un impatto economico significativo
La popolarità del murales ha avuto un impatto economico notevole sulla zona circostante. Secondo i dati di Unioncamere/Infocamere, le attività commerciali nel raggio di un chilometro dal murales hanno registrato un incremento del 6,5% e un aumento del 35% rispetto all’anno precedente. Questo fenomeno è stato alimentato anche dal recente successo del Napoli in campionato, che ha richiamato ancora più visitatori. La presenza di turisti ha contribuito a rivitalizzare l’economia locale, rendendo il murales non solo un’opera d’arte, ma anche un motore di sviluppo per la comunità.