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Un duro colpo per il calcio femminile
Negli ultimi anni, il calcio femminile in Italia ha fatto significativi progressi, grazie anche all’istituzione di un fondo triennale per il professionismo. Tuttavia, l’attuale governo ha recentemente bocciato il rifinanziamento di questo fondo, lasciando il futuro dello sport femminile in una situazione precaria. Questo fondo, introdotto tramite il decreto Nannicini nel 2020, aveva come obiettivo quello di sostenere le federazioni sportive nel passaggio al professionismo femminile. Purtroppo, la sola FIGC ha aderito a questa iniziativa, evidenziando una mancanza di supporto da parte di altre federazioni.
Le reazioni delle istituzioni
La notizia della bocciatura ha suscitato forti reazioni tra i rappresentanti politici e le figure di spicco del calcio femminile. L’onorevole Chiara Gribaudo del PD ha denunciato il fatto, sottolineando come il governo precedente avesse investito 11 milioni di euro per favorire la transizione al professionismo. La Gribaudo ha evidenziato che, nonostante le promesse, l’attuale governo non ha messo a disposizione alcun fondo per il settore, lasciando migliaia di ragazze senza opportunità. Anche Carolina Morace, europarlamentare e leggenda del calcio, ha espresso preoccupazione per la mancanza di una visione strategica per il calcio femminile in Italia, paragonando la situazione a quella di altri paesi europei, dove investimenti privati hanno portato a risultati tangibili.
La necessità di una strategia a lungo termine
È evidente che per il calcio femminile italiano sia fondamentale sviluppare una strategia a lungo termine che preveda investimenti in infrastrutture, sponsor e diritti televisivi. Senza un piano chiaro, il rischio è quello di rimanere indietro rispetto ad altre nazioni, come l’Inghilterra, dove il supporto privato ha fatto la differenza. Il ministro per lo sport, Andrea Abodi, ha promesso un impegno da parte del governo per migliorare la situazione, ma le parole devono essere seguite da azioni concrete. La presenza di donne in posizioni decisionali è un altro aspetto cruciale che deve essere affrontato per garantire un futuro migliore per il movimento femminile.