Guillermo Stabile: il primo grande campione del calcio mondiale

Scopri la vita e la carriera di Guillermo Stabile, il primo capocannoniere dei Mondiali.

Le origini di un talento

Guillermo Stabile, noto come “el filtrador”, nacque il a Buenos Aires, in Argentina. Cresciuto in una famiglia numerosa, era il quarto di dieci fratelli. Con un padre italiano e una madre originaria del nuovo mondo, Stabile si trovò a dover affrontare le sfide di una vita difficile, ma ricca di opportunità. La sua passione per il calcio si manifestò fin da giovane, quando iniziò a giocare per le strade del Parque Patricio. Nonostante la sua statura contenuta, Stabile si distinse per la sua velocità e abilità nel dribbling, che lo portarono a farsi notare dalla squadra locale, l’Huracán.

La carriera da calciatore

Esordì giovanissimo come ala destra, ma ben presto si affermò come centravanti, segnando un numero impressionante di gol. Tuttavia, nonostante le sue straordinarie performance, Stabile non riuscì a guadagnarsi un posto nella nazionale argentina fino al 1930, anno in cui si svolsero i primi Mondiali di calcio. Grazie a infortuni di altri giocatori, Stabile ebbe finalmente l’opportunità di dimostrare il suo valore. Nella sua prima partita, segnò una tripletta contro il Messico e continuò a brillare, diventando il capocannoniere del torneo con otto gol, nonostante l’Argentina perdesse in finale contro l’Uruguay.

Il trasferimento in Europa

Dopo il successo ai Mondiali, Stabile si trasferì in Italia, al Genoa, dove esordì con una tripletta. Tuttavia, la sua carriera fu segnata da gravi infortuni che lo tennero lontano dai campi per lunghi periodi. Nonostante le difficoltà, Stabile continuò a lottare e, dopo un breve passaggio al Napoli, si trasferì in Francia, dove tornò a brillare con il Red Star. Ma con l’avvicinarsi della guerra in Europa, decise di tornare in Argentina, dove intraprese una carriera da allenatore.

Il leggendario allenatore

Come allenatore, Stabile guidò il Racing Club, portandolo a vincere tre campionati e contribuendo al successo della nazionale argentina nella Copa América. La sua visione del gioco e la capacità di far emergere talenti come Sivori e Di Stefano lo resero una figura rispettata nel mondo del calcio. Stabile era noto per il suo approccio leggero e divertente al gioco, spesso scherzando con i giornalisti e sottolineando l’importanza di far giocare i calciatori piuttosto che concentrarsi solo su tattiche rigide.

Un’eredità duratura

Guillermo Stabile morì nel 1966 a Buenos Aires, lasciando un’eredità indelebile nel mondo del calcio. La sua storia è quella di un uomo che, nonostante le avversità, riuscì a diventare un simbolo del calcio argentino e mondiale. La sua carriera, segnata da successi e sfide, continua a ispirare generazioni di calciatori e appassionati di sport in tutto il mondo.

Scritto da Redazione

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