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La mancanza di equilibrio nella dirigenza
Negli ultimi anni, la Juventus ha affrontato sfide significative, molte delle quali derivano da una gestione sportiva centralizzata e poco equilibrata. La scelta di affidare il comando a un solo uomo, come il direttore sportivo Cristiano Giuntoli, ha sollevato interrogativi sulla qualità delle decisioni prese. Giuntoli, pur avendo esperienza nel settore, si trova a lavorare con dirigenti che non hanno un background calcistico, come il presidente Gianluca Ferrero e l’amministratore delegato Maurizio Scanavino. Questa situazione ricorda periodi passati in cui la dirigenza della Juventus era composta da figure con una solida esperienza nel calcio, come Beppe Marotta e Fabio Paratici, che hanno contribuito a costruire squadre vincenti.
Le scelte discutibili su Dusan Vlahovic
Uno degli errori più evidenti di Giuntoli riguarda la gestione di Dusan Vlahovic. Il serbo, attaccante di grande talento, si trova ora in una situazione delicata, con un contratto in scadenza nel 2026 e senza un rinnovo in vista. Non solo Giuntoli non è riuscito a prolungare il contratto, ma ha anche omesso di acquistare un vice Vlahovic, affidandosi a Arek Milik, un giocatore noto per i suoi infortuni. Questa mancanza di pianificazione ha portato a una situazione di emergenza, con la necessità di trovare un sostituto per Vlahovic che ora appare cruciale per il futuro della squadra.
La gestione dei portieri e le scelte di mercato
Un altro aspetto controverso della gestione di Giuntoli è la decisione di investire in un nuovo portiere, Michele Di Gregorio, mentre già si disponeva di un portiere di livello come Mattia Perin. Questa scelta ha sollevato dubbi, considerando che la squadra presenta lacune in altri ruoli, come quello di attaccante. La spesa di 20 milioni di euro per un vice Vlahovic sarebbe stata più giustificata, soprattutto in un momento in cui la squadra ha bisogno di rinforzi in attacco. Inoltre, la gestione del caso Danilo ha suscitato perplessità, con il capitano messo ai margini del progetto senza un chiaro motivo, soprattutto in un periodo in cui la squadra ha subito infortuni in difesa.