Elezioni Lega Serie A: tensioni e strategie in vista del nuovo presidente

La corsa alla presidenza della Lega Serie A si complica con nuove alleanze e opposizioni.

Il contesto delle elezioni

Le elezioni per la presidenza della Lega Serie A si stanno rivelando un terreno di scontro tra diverse fazioni di club, con Ezio Simonelli che continua a essere il candidato favorito. Tuttavia, la sua candidatura ha subito un colpo significativo, con il numero di club che lo sostengono sceso da 15 a 13 durante la prima assemblea elettiva. Questo cambiamento ha riacceso le tensioni tra i club, in particolare tra quelli che si oppongono alla sua nomina, guidati da Claudio Lotito.

Le dinamiche di voto

Il voto di oggi ha evidenziato le divisioni all’interno della Lega, con il presidente dell’Inter, Giuseppe Marotta, che ha espresso un cauto ottimismo, mentre Lotito ha mantenuto un atteggiamento di chiusura. I 13 voti a favore di Simonelli non sono stati sufficienti per garantirgli l’elezione immediata, un risultato che avrebbe rappresentato un’eccezione nella storia della Lega. La situazione attuale è complessa, con un gruppo di club che si è unito attorno a Simonelli, tra cui Atalanta, Inter e Juventus, mentre altri club come Lazio e Napoli si sono schierati contro di lui.

Le questioni legali e le dimissioni

Un aspetto cruciale della candidatura di Simonelli riguarda la sua indipendenza, un tema sollevato dal giurista Natalino Irti. Secondo il parere legale, chi si candida a presidente deve essere completamente indipendente dalle società associate. Simonelli, attualmente coinvolto in diverse cariche, tra cui quella di presidente del Collegio Sindacale di Branchini Associati e di Sisal, potrebbe trovarsi in una posizione difficile se non si dimette da alcuni dei suoi ruoli attuali. Questo aspetto ha portato Urbano Cairo, presidente del Torino, a chiedere più tempo per valutare la situazione.

Prospettive future

La prossima assemblea, fissata per il 20 dicembre, sarà cruciale. Per essere eletto, Simonelli avrà bisogno di 14 voti, ma il quorum scenderà a 11 solo dalla terza assemblea di gennaio. Se dovesse perdere ulteriore consenso, la sua candidatura potrebbe diventare insostenibile. D’altro canto, se il suo fronte dovesse mantenere il supporto, la sua elezione potrebbe diventare una formalità. Tuttavia, il rischio di una situazione di stallo rimane, con la possibilità che le elezioni si trasformino in un vero e proprio conclave.

Le altre cariche in discussione

Oltre alla presidenza, le votazioni per le altre cariche di vertice sono state rinviate. I club hanno deciso di non procedere con le elezioni per l’amministratore delegato, optando per un approccio più cauto. Alcuni club hanno persino votato per mantenere l’attuale amministratore, Luigi De Siervo, segno di una mancanza di consenso su chi debba guidare la Lega in questo periodo di incertezze. La situazione rimane quindi fluida, con molteplici fattori che influenzeranno le prossime decisioni.

Scritto da Redazione

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