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Un’inchiesta avviata da Papa Francesco
Nel 2018, Papa Francesco ha dato il via a un’indagine sui conti del Coro della Cappella musicale pontificia, un ente che ha assunto un ruolo autonomo nel panorama musicale italiano e internazionale. L’indagine è stata avviata a seguito di sospetti di irregolarità nella gestione finanziaria, culminando in un processo che ha visto coinvolti i vertici del coro. La notizia dell’inchiesta è stata confermata dalla Sala Stampa della Santa Sede, sottolineando l’importanza della trasparenza e della correttezza nella gestione delle risorse ecclesiastiche.
Le condanne e i reati accertati
Il Tribunale vaticano ha emesso una sentenza di primo grado che ha condannato l’ex direttore del coro, monsignor Massimo Palombella, a 3 anni e 2 mesi di reclusione, oltre a una multa di 9.000 euro e all’interdizione dai pubblici uffici. Michelangelo Nardella, ex direttore finanziario, ha ricevuto una pena più severa di 4 anni e 8 mesi, con una multa di 7.000 euro e interdizione perpetua. Anche Simona Rossi, moglie di Nardella, è stata condannata a 2 anni e 5.000 euro di multa. I reati principali accertati sono stati peculato, riciclaggio e truffa, con aggravanti legate all’abuso d’ufficio per la gestione di concerti a favore di aziende italiane.
Le conseguenze finanziarie delle condanne
Oltre alle pene detentive, il Tribunale ha disposto la confisca di ingenti somme di denaro. Nardella è stato condannato a restituire 123.646,21 euro, mentre insieme a Palombella dovrà restituire ulteriori 127.000 euro, considerati profitti illeciti. La confisca di 29.699,02 euro è stata ordinata anche per Nardella e la consorte. Queste misure sottolineano l’impegno della giustizia vaticana nel combattere la corruzione e garantire la responsabilità nella gestione delle risorse ecclesiastiche.