Alex Schwazer: dalla marcia al calcio, un nuovo inizio

L'ex marciatore olimpico Alex Schwazer desidera diventare preparatore atletico nel calcio.

Un cambiamento di rotta

Alex Schwazer, noto ex atleta olimpico, ha recentemente espresso il desiderio di intraprendere una nuova carriera nel mondo del calcio. Dopo aver vissuto alti e bassi nella sua carriera di marciatore, Schwazer desidera ora mettere a frutto la sua esperienza come preparatore atletico. “Voglio entrare nel mondo del calcio. Sono stato un atleta individuale in uno sport di durata, ma ora voglio affrontare una nuova sfida in un ambiente di squadra”, ha dichiarato Schwazer. Questo cambiamento rappresenta per lui un’opportunità per uscire dai soliti schemi e contribuire a una disciplina diversa.

Le difficoltà con la WADA

Negli ultimi otto anni, Schwazer ha affrontato numerose difficoltà legate alla sua carriera sportiva, in particolare a causa delle sanzioni imposte dalla WADA, l’agenzia mondiale antidoping. “La mia vita è stata caratterizzata da alti e bassi. A 18 anni, pensavo di smettere a causa delle squalifiche per marcia scorretta”, ha ricordato. Nonostante le sfide, è riuscito a conquistare l’oro alle Olimpiadi di Pechino nella 50 km di marcia. Tuttavia, la sua esperienza con la WADA ha sollevato interrogativi sulla giustizia sportiva e sull’equità delle sanzioni. “La disparità è anche economica: il sistema costa troppo e non puoi difenderti”, ha aggiunto Schwazer, evidenziando le ingiustizie che molti atleti devono affrontare.

Il caso Sinner e le ingiustizie nel mondo dello sport

Schwazer ha anche commentato il caso di Jannik Sinner, sottolineando come le sanzioni non siano sempre uguali per tutti gli atleti. “Sinner può permettersi di difendersi, mentre altri sono stati condannati in silenzio per le stesse sostanze”, ha affermato. Questo mette in luce una questione importante: la giustizia sportiva è spesso influenzata da fattori esterni, come la politica e le risorse economiche. “Essere innocenti o meno, a livello di giustizia sportiva, conta poco. La politica è tutto in questo mondo”, ha concluso Schwazer, lasciando intendere che il cambiamento è necessario per garantire equità e giustizia per tutti gli atleti.

Scritto da Redazione

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