Il racconto di Stephane Omeonga
Il calciatore belga Stephane Omeonga, noto per aver giocato in squadre italiane come il Genoa e il Pescara, ha recentemente condiviso un’esperienza traumatica su Instagram. Omeonga, attualmente in forza al Bnei Sakhnin nella Serie A israeliana, ha raccontato di essere stato aggredito dalla polizia italiana il 25 dicembre, prima di un volo da Roma a Tel Aviv.
Dettagli dell’aggressione
Secondo quanto riportato da Omeonga, la situazione è degenerata dopo che uno steward ha allertato le forze dell’ordine per un presunto problema con i suoi documenti. All’arrivo della polizia, il calciatore è stato ammanettato e costretto a scendere dall’aereo. Una volta lontano dagli sguardi dei passeggeri, Omeonga afferma di essere stato brutalmente aggredito: “Mi hanno buttato a terra e picchiato, uno di loro ha premuto il ginocchio contro la mia testa”.
Omeonga ha anche denunciato di essere stato trattenuto per ore in una stanza senza cibo né acqua, senza ricevere alcuna spiegazione riguardo al suo arresto. Ha espresso preoccupazione per la possibile motivazione razzista dietro l’aggressione, un tema purtroppo ricorrente nelle cronache italiane.
Il video dell’aggressione
Nel post su Instagram, Omeonga ha incluso un video che documenta l’aggressione. Le immagini mostrano due poliziotti che lo afferrano e lo spingono fuori dall’aereo, mentre uno di loro lo prende per la gola. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla condotta delle forze dell’ordine italiane, già accusate di profilazione razziale in diverse occasioni, come evidenziato da rapporti del Consiglio d’Europa.
Fino ad ora, la polizia non ha rilasciato alcun commento ufficiale riguardo alla vicenda. La denuncia di Omeonga ha riacceso il dibattito su come le forze dell’ordine gestiscono situazioni simili e sulla necessità di una maggiore responsabilità e trasparenza.