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Un calciatore dal cuore blucerchiato
Dante Mircoli, scomparso all’età di 77 anni ad Avellaneda, in Argentina, ha lasciato un segno indelebile nella storia della Sampdoria. Nonostante le sole nove presenze e due goal con la maglia blucerchiata nel 1975, il suo legame con il club genovese è rimasto forte nel tempo. Nato a Ladispoli nel 1947, Mircoli si trasferì in Sudamerica da bambino, ma il suo cuore è sempre rimasto ancorato alle radici italiane e alla squadra che lo accolse nel suo breve ma significativo percorso calcistico.
Un percorso calcistico ricco di emozioni
La carriera di Mircoli è iniziata in Argentina, dove ha conquistato la Copa Libertadores con l’Independiente. Tornato in Italia nel 1973, le sue aspettative furono purtroppo frenate da un grave infortunio alla caviglia che ne limitò le prestazioni. Nonostante ciò, il suo affetto per la Sampdoria non si è mai affievolito. Dopo il suo rientro in patria, aprì un locale chiamato “Sampdoria”, un gesto che dimostra quanto fosse legato al club. La sua passione per la squadra era tale che avrebbe voluto dare il nome “Sampdoria” anche alla figlia, Romina, se l’anagrafe glielo avesse permesso.
Un tributo da parte della Sampdoria
La Sampdoria ha espresso le sue condoglianze alla famiglia Mircoli, sottolineando il profondo affetto che il club nutre per chi ha indossato la sua maglia. In una nota ufficiale, la società ha dichiarato: “Alla famiglia Mircoli vanno le più sentite condoglianze da parte del club blucerchiato”. Questo gesto rappresenta non solo un tributo a un calciatore, ma anche a un uomo che ha saputo incarnare i valori di lealtà e passione per il calcio.
La storia di Dante Mircoli è un esempio di come il calcio possa unire le persone, creando legami che vanno oltre il campo da gioco. La sua memoria vivrà nei cuori di tutti coloro che hanno avuto il privilegio di conoscerlo e di tifare per la Sampdoria.